Con Truffleland più rilevanza a uno dei prodotti-immagine dell’Italia
Che cosa è la tartuficultura?
È possibile cooperare per creare e sviluppare filiere corte nel settore del tartufo?
A queste ed altre domande è stata data risposta venerdì durante la conferenza stampa realizzata da Urbani Tartufi, azienda leader mondiale nella produzione e trasformazione del tartufo, alla quale hanno preso parte i principali attori coinvolti nella realizzazione e promozione del progetto Truffleland: Francesco Loreti Urbani, ceo Truffleland, Andrea Pascolini, direttore generale Urbani Tartufi, Riccardo Cesari, responsabile tecnico e commerciale di Truffleland, Massimiliano Ulivi, direttore Area Umbria e Toscana – Intesa San Paolo, Andrea Vannini, docente dell’Università della Tuscia, Ugo Giannantoni – Studio Tecnico Agronomico Giannantoni e Matteo Vanotti, ceo X Farm. Ai quali si è aggiunto anche l’intervento dell’on. Filippo Gallinella, presidente della Commissione Agricoltura di Montecitorio.
Dall’esperienza centenaria di Urbani Tartufi nasce la capacità di produrre all’interno dei suoi vivai piantine da tartufo micorizzate, ovvero piante ottenute da seme certificato che unite in simbiosi alle principali specie di tartufo di pregio, sono coltivabili e quindi molto richieste dal mercato.
Questo il semplice concetto alla base di Truffleland, società del gruppo Urbani Tartufi che ha l’obiettivo di trasformare i terreni agricoli, soprattutto seminativi, in vere e proprie tartufaie coltivate e gestite da un team di esperti.
Così il tartufo, ovvero uno dei prodotti-immagine dell’Italia e della cultura gastronomica nazionale nel mondo, rafforza la sua rilevanza grazie al progetto di Truffleland.
Un progetto innovativo che, grazie alla sua declinazione a 360° su temi di forte attualità come i nuovi business e la sostenibilità, è stato supportato da numerosi partner.
Urbani Tartufi infatti, ha stipulato un accordo di collaborazione con Intesa Sanpaolo per favorire il supporto finanziario agli imprenditori agricoli che intendono realizzare nuovi impianti o ampliamenti tartufigeni aderendo al progetto Truffleland. Un accordo seguito da un bando volto a supportare i coltivatori con strumenti di consulenza e assistenza durante tutto il ciclo produttivo fino al ritiro dei tartufi.
Un progetto per sua natura sostenibile e che parla di economia circolare, grazie all’utilizzo di biotecnologie e nanomateriali che non impattano sulla natura ma ne esaltano solo il suo corso naturale.
Un programma mirato a ridurre la frammentazione del mercato del tartufo in Italia e volto a sottolineare il forte ruolo del Paese che continua a guidare il resto d’Europa nella produzione e nell’esportazione del tartufo.